Agosto è il mese dell’Assunzione. La meditazione di questo ottavo primo sabato del Giubileo si concentrerà quindi su questo meraviglioso mistero. Iniziamo contemplando la Madonna negli ultimi momenti della sua vita. Dalla Pentecoste, ha sentito un’immensa sete di ricongiungersi con suo Figlio. Ma come sempre, vivrà questa separazione finale nella pace interiore del suo ultimo ‘Fiat’. Sfrutterà al massimo questo tempo per rafforzare gli Apostoli e la Chiesa nascente che le è stata affidata, mentre preparerà la sua stessa anima.
E ora è giunta la sua ultima ora. La sua pace e la sua gioia continuano ad aumentare. Sapeva che finalmente avrebbe rivisto suo Figlio alla presenza del Padre. Gli apostoli sono intorno a lei, pregando, ma non senza un certo timore di vedere la loro Madre, la colonna della Chiesa, andare via. Dopo aver vissuto la partenza del loro Maestro e Signore, sono stati vivificati dallo Spirito Santo a Pentecoste. Ma la partenza di Maria li ha resi orfani. D’ora in poi, la Chiesa sulla terra sarà affidata a loro. La loro missione li attende. La Beata Vergine li guardò con ineffabile dolcezza e fece loro capire che, dal Cielo, avrebbe vegliato su di loro e sulla Chiesa. Il grande predicatore benedettino, Dom Guéranger, ha descritto la scena come segue:

“Non esiste una solennità che respiri lo stesso spirito di questa. trionfo e paceÈ vero che il trionfo non è stato minore nel giorno in cui il Signore è risorto dalla tomba con la Sua stessa virtù per abbattere l’inferno. Ma nelle nostre anime, così improvvisamente tratte dall’abisso del dolore il giorno dopo il Golgota, la repentinità della vittoria ha mescolato una sorta di stupore (Marco 16:5) con la gioia di questo più grande dei giorni. Nella morte di Maria, non c’era altra impressione che quella della pace; non c’era altra causa di quella morte che l’amore”.
In questa pace, dopo un ultimo sguardo materno verso gli Apostoli, alzando gli occhi al Cielo, consegnò pacificamente la sua anima a Dio e, in grande silenzio, scomparve dalla vista. Il resto dell’Assunzione si svolgerà ora in Cielo. Il Figlio accoglie sua Madre. La loro missione sulla terra è compiuta, finalmente si incontrano di nuovo per l’eternità. Oh, come il nostro dolce Gesù deve aver aspettato questo momento! E quanto si è dovuto preparare per questo momento! ” Per condurti in Paradiso, o Madre di Dio, è stato il Re del Cielo stesso con tutta la sua corte, è stato il tuo Figlio divino che è venuto a prenderti con l’esercito degli angeli”, ci dice San Rupert. Sant’Anselmo (Dottore della Chiesa 1033-1109), spiega che il Redentore volle salire al Cielo prima di Sua Madre, non solo per preparare un trono degno di lei nel suo palazzo reale, ma anche per rendere il suo ingresso in Cielo più trionfale e glorioso, ricevendola lui stesso con tutti gli angeli e i beati del Paradiso. Ecco la sua descrizione dell’Assunzione:
Lui stesso, accompagnato da diverse miriadi, anzi da innumerevoli cori di angeli, si precipitò incontro a questa augusta Vergine che stava sorgendo dalla terra; la fece salire al cielo più alto e la fece sedere su un trono d’onore, da dove avrebbe governato eternamente con Lui su tutte le creature. Da quel momento, c’è mai stata un’accoglienza più solenne, un’esaltazione più sublime? Questo giorno di trionfo e di suprema felicità per Lei, nostra dolce Regina, è oggetto di continua gioia e ammirazione per tutti i secoli; perché oggi, non solo Lei è colma di una gloria incomparabile, ma il Cielo stesso e tutto ciò che contiene è ornato di una nuova gloria dalla Sua presenza, che aumenta il suo splendore al di là di ogni pensiero ed espressione”.
Abbiamo notato che per tre volte il Cuore di Maria è stato separato e poi riunito con il Cuore di Gesù? La prima volta fu nel tempio. Un mistero gioioso. Poi sono arrivati i misteri dolorosi e la separazione attraverso la morte di Gesù sulla Croce, che ha trafitto il Cuore di Maria. Poi arrivano i Misteri Gloriosi. Il Cristo risorto si riunisce a sua Madre. Infine, la terza e ultima separazione, l’Ascensione, seguita dall’unione eterna che avviene nella festa dell’Assunzione.
Queste “separazioni/unioni” dei Cuori di Gesù e Maria, che scandiscono le tre serie di Misteri del Rosario, sono una lezione per la nostra vita spirituale. Sulla terra, il nostro progresso verso Dio avviene attraverso una successione di momenti di “desolazione”, una sorta di separazione in cui sentiamo un vuoto o addirittura un’apparente assenza di Dio, seguiti da momenti di “consolazione”, veri e propri ricongiungimenti con Lui, in cui sentiamo fortemente la Sua presenza e il Suo amore nella nostra anima. I grandi santi non fanno eccezione. Santa Teresa di Gesù Bambino ebbe una prova di terribile desolazione per un anno intero. Fu la famosa ‘notte’ di Santa Teresa.
Perché queste variazioni, chiamate anche “respirazione spirituale”? Perché Dio vuole elevare le nostre anime il più possibile sulla terra, in modo che quando moriremo saremo il più vicino possibile a Lui, e quindi meriteremo un posto più perfetto con Lui per l’eternità. Per fare questo, dobbiamo avere quanta più fede possibile qui sulla terra, cioè dobbiamo credere in Lui senza vederlo con gli occhi, ma anche senza vederlo con i nostri sentimenti umani. Queste sono le parole di Cristo a San Tommaso. “Beati coloro che credono senza vedere”. Ma per sostenerci in questo difficile cammino, Lui ci concede dei periodi di riposo in cui possiamo vederLo con il cuore e recuperare le forze in questa sensibile felicità interiore. Lasciamoci guidare da Lui senza preoccuparci quando si nasconde da noi.
Ricordiamo che Cristo è passato per questo luogo e ha sofferto la più grande di tutte le desolazioni: quella dell’Orto degli Ulivi. Che esempio per noi! E al momento della Sua morte, quell’altra desolazione suprema: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Un grido di angoscia, ma anche di fede assoluta nella perfetta obbedienza. Anche la Beata Vergine ha percorso questo cammino impegnativo il Sabato Santo. Nonostante la realtà insopportabile della morte di suo Figlio, nonostante la spaventosa desolazione, ha continuato a credere, da sola. Quel Sabato Santo, il vero ‘giardino degli ulivi’ di Maria, fu seguito dall’immensa consolazione della Risurrezione.
Sì, Cristo e la Beata Vergine ci mostrano che la vera vita spirituale non si basa sulla ricerca di un benessere sentimentale, che non è altro che un’illusione di fede, ma al contrario su questa magnifica lotta interiore per credere senza vedere e accettare la Sua volontà senza necessariamente comprenderla. È qui che si trova il vero amore di Dio, dove l’anima si dona a Lui senza cercare un ‘ritorno’ sentimentale, e in realtà trova una pace interiore molto più profonda e solida. È in questa meravigliosa pace della fede totale che Nostra Signora, nonostante quest’ultima separazione da Suo Figlio, è salita al Cielo nella festa dell’Assunzione.
Quindi, qualsiasi cosa accada, quando sentiamo la presenza di Dio meno o non più nelle nostre preghiere o negli eventi della nostra vita, non preoccupiamoci. È allora che Dio ci solleva di più. E se il dubbio ci assale, il che è normale, riprendiamo le parole di Santa Teresa d’Avila: “Non lasciate che nulla vi turbi, non lasciate che nulla vi spaventi, tutto passa, Dio non cambia, la pazienza ottiene tutto; chi possiede Dio non manca di nulla: Dio solo è sufficiente”.
Passiamo ora al frutto del mistero: la grazia di una buona morte. Se preghiamo ogniAve Mariaper l’ora della nostra morte, se la grazia promessa dalla Beata Vergine nei primi cinque sabati del mese riguarda il suo aiuto alla nostra morte, è perché questo momento è cruciale per la nostra salvezza. Sarebbe un errore non prepararsi. Questa è l’ora della battaglia finale, quando Satana cercherà per l’ultima volta di trascinare la nostra anima all’inferno. In quell’ora, probabilmente non avremo più molta forza per combattere, e se non ci siamo preparati a quest’ora con Maria per tutta la vita, come potremo resistere agli assalti dell’inferno?
“O Maria, Lei ha lasciato la terra ed è arrivata in cielo, dove regna su tutti i cori degli angeli, come canta la Chiesa! Sappiamo che noi miseri peccatori non eravamo degni di averla con noi in questa valle di tenebre; ma sappiamo anche che in mezzo alla Sua grandezza non ci ha dimenticati, per quanto poveri e miserabili possiamo essere. La Sua elevazione è servita solo ad aumentare la Sua compassione per noi, figli di Adamo. Dall’alto del Suo trono celeste, getti ora i Suoi occhi misericordiosi su di noi, o Maria, abbia pietà di noi, ci guardi, ci aiuti, veda a quali tempeste e battaglie siamo esposti finché restiamo sulla terra! Attraverso la santità della Sua morte, ci ottenga la perseveranza nella grazia di Dio, in modo che quando lasceremo questa vita, potremo unirci agli spiriti beati e cantare le Sue lodi come Lei merita. Così sia. Sant’Alfonso de Liguori